Serve approccio personale. Occorre realizzare un sistema di certificazione delle competenze, acquisite nei diversi sistemi, che consenta la valorizzazione dei diritti di cittadinanza e i lavoratori.
La prima conferenza nazionale sull’apprendimento permanente si è svolta al Miur lo scorso 24 gennaio. All’appuntamento – promosso dal ministero e dal gruppo di lavoro nazionale per l’apprendimento permanente (formato dalle organizzazioni sindacali, dal forum del terzo settore, dalle rete dei CPIA e dalla rete universitaria per l’AP) – hanno partecipato Guglielmo Loy, segretario confederale UIL e Noemi Ranieri, Uil Scuola, con un ruolo attivo sia durante l’evento sia nella sua progettazione
L’intento della conferenza era quello di riunire i diversi soggetti impegnati nel definire strategie che consentano agli adulti di valorizzare il patrimonio di apprendimenti formali, non formali ed informali.
La condivisione di strategie, in cui vengano assunte responsabilità ed impegni chiari, è stato tema centrale anche per la ministra Fedeli, che ha sottolineato anche l’esigenza di creare opportunità alternative stabilmente e fisiologicamente rivolte a tutte e tutti per attivare (o riattivare) competenze.
Nel corso della tavola rotonda dedicata al ruolo e alle funzioni delle parti sociali è intervenuto Guglielmo Loy che ha evidenziato tre elementi alla base di ogni approccio personale all’AP:
l’importanza di una buona partenza attraverso percorsi di istruzione ed educazione dai tre ai sei anni a pieno titolo nella scuola;
piena funzionalità dei centri per l’istruzione degli adulti al centro delle reti territoriali per l’AP;
messa a sistema dei tre strumenti di maggiore impatto sull’AP: alternanza scuola lavoro, ITS ed orientamentol tutto volto ad un sistema di certificazione delle competenze acquisite nei diversi sistemi per la valorizzazione dei diritti di cittadinanza e per il lavoratori.
In presenza del ministro, Loy ha inoltre rimarcato l’esigenza di garantire funzionalità agli organici dei CPIA e dare riconoscimento al lavoro del personale scolastico con la rapida chiusura del contratto collettivo nazionale di lavoro, per ristabilire una più equa corrispondenza tra profili professionali e carichi di lavoro rispetto alla rilevanza sociale dell’istruzione e della formazione in ogni sua forma di acquisizione.
Il gruppo di lavoro informale ha prodotto un documento di sintesi (nel link) da inviare al tavolo interistituzionale MIUR, Ministero del Lavoro e dell’Economia, Regioni, Anci e soggetti istituzionali.