Le organizzazioni sindacali dell’area V sono state convocate per l’informativa sui mutamenti di incarico dei dirigenti scolastici con decorrenza 1 settembre 2017.
Si è discusso la nota che evidenzia la necessità di chiudere tutte le operazioni entro e non oltre il 15 luglio. La necessità di tempi più ristretti è, nel precipuo interesse dei colleghi, in quanto la Corte dei Conti, interessata alla registrazione dei mutamenti d’incarico, esige che questi vengano obbligatoriamente chiusi entro il 31 luglio.
In relazione alla conferma degli incarichi triennali alla loro scadenza, tenendo conto della “necessità di rispettare le indicazioni della norma n.190: legge anticorruzione, la quale prevede sia l’indicazione di criteri di rotazione, sia di rispetto di una ragionevole durata dell’incarico”, la Uil scuola ha ricordato che le scuole sono state escluse dal Garante come luoghi possibili di corruzione, per la loro specifica funzione che per il dirigente scolastico su un territorio per più anni garantisce quella tanto auspicata continuità funzionale sia della scuola medesima , sia nei rapporti di questa con le agenzie di riferimento sul territorio.
E’ uno dei punti di rivendicazione che sarà proposto in seno al rinnovo del CCNL della ex area V, nell’ambito di una revisione del profilo professionale più aderente alle funzioni della dirigenza scolastica, molto diversa da quella amministrativa a cui attualmente si ispira. Pertanto, la UIL scuola ha sollecitato il tavolo a considerare che la permanenza per più anni nella stessa scuola di un dirigente scolastico venga considerato un valore aggiunto significativo.
La UIL Scuola inoltre, ha chiesto alla amministrazione di rivedere il vincolo di permanenza di sei anni nella Regione di servizio per i dirigenti scolastici assunti a seguito del concorso del 2011. Infatti, al momento esiste una disparità di trattamento tra chi ha il vincolo di permanenza di sei anni (appunto i vincitori del 2011) e chi, come gli idonei assunti successivamente, cui è stato concesso un vincolo di permanenza nella regione di assunzione di soli tre anni.
Cambiare questa regola, secondo la UIL scuola, non danneggerebbe nessuno perché la mobilità interregionale avverrebbe sempre rispettando la percentuale del 30% dei posti disponibili, ma permetterebbe a molti di ritornare nella propria regione e di ricongiungersi al proprio nucleo familiare, senza vivere questa regola capestro come una sorta di inspiegabile punizione.
Per la UIL Scuola ha partecipato all’incontro Rosa Cirillo.