Oggi incontro su organico personale docente: niente dati, né tabelle.
Saranno 9.600 i posti che passeranno all’organico di diritto, compresi i 2.200 posti per i licei musicali e 2.000 circa per il sostegno. Altri 3.000 ci saranno, forse più avanti perché quest’anno c’è una novità: avremo un organico a rate. La scuola ha bisogno di certezze e continuità. Assoluta insoddisfazione della UIL Scuola
Una prima informativa, senza dati ne’ tabelle, sull’organico del personale docente, è andata delusa nelle sue conclusioni. Non si può accettare l’organico a rate – dicono alla Uil Scuola – al termine dell’incontro. Tante aspettative pochi risultati.
Il Miur ha illustrato alle organizzazioni sindacali una modalità di ripartizione dell’organico tra le diverse regioni e ordini di scuole ma, senza tabelle, con criteri confusi, e con i numeri non ci siamo – è il commento.
Oltre ai 601.126 posti del vecchio organico di diritto, più i 48.000 del potenziamento, il Miur ha comunicato un incremento dal fatto al diritto di soli 9.600 posti, comprensivi di 2.200 posti per i licei musicali e circa 2.000 di sostegno.
Altri 3.000 ci saranno, forse più avanti. Quest’anno c’è una novità: avremo un organico a rate.
Ancora una volta è prevalso l’atteggiamo burocratico del MEF.
Tanto rumore per nulla – se dopo intere settimane nelle quali si discute sulla stampa, sui siti specializzati e da ogni parte – sul numero dei posti necessari per far funzionare la scuola statale italiana e sulla necessità di trasformare le migliaia di posti di organico di fatto in organico di diritto, sarebbero almeno 25.000, per creare le condizioni, non procrastinabili, per consentire a migliaia di insegnanti di avvicinasi a casa attraverso le procedure di mobilità e per svuotare le graduatorie ad esaurimento.
Il governo ha stanziato per questa operazione 400 milioni di euro che, con semplice calcolo matematico, porta ad almeno 25.000 posti che potrebbero portare a risultati concreti se si considera che la differenza retributiva tra un docente in organico di fatto e uno di diritto è rappresentata solo dal pagamento dei due mesi estivi, luglio e agosto, senza considerare che di soldi pubblici per il pagamento del residuo di ferie non godute e per le indennità di disoccupazione, sono quantificabili almeno in un altro mese di retribuzione.
Così non vengono assicurati ne’ il diritto allo studio ne’ la continuità didattica per gli alunni. Il problema è rappresentato dalla volontà politica del governo che dovrebbe decidere in luogo di una tecnocrazia irresponsabile.
La Uil, al fine di trovare una soluzione positiva al problema, in applicazione del comma 2 dell’art. 5 del CCNL, ha chiesto l’attivazione del tavolo di concertazione e lo spostamento del confronto al livello politico.
Ci auguriamo che la concertazione e una riflessione attenta del livello politico portino alla soluzione attesa, in caso contrario siamo pronti ad ogni forma di mobilitazione, non escluso lo sciopero.
Per la UIL scuola hanno partecipato Proietti e Lacchei.