Raggiunta nella notte l’intesa sui passaggi dagli ambiti alle scuole: l’accordo mette in relazione positiva l’offerta formativa delle scuole e la domanda dei docenti titolari di ambito che si potranno spostare sulle singole scuole sulla base di criteri oggettivi e trasparenti
Definiti i criteri per arrivare rapidamente al contratto integrativo Turi: accantonate posizioni ideologiche e costruite soluzioni negoziali per la tutela diritti delle persone e delle esigenze delle scuole autonome.
L’intesa sulla regolamentazione dei passaggi da ambiti alle scuole è un passaggio essenziale e propedeutico alla firma, già nella prossima settimana, del contratto integrativo.
Ad un anno dall’approvazione della legge 107 – spiega Pino Turi – sono state accantonate le posizioni ideologiche perché le riforme, in settori delicati come l’istruzione, non possono prescindere dalla realtà, dalle persone: rappresentano il futuro del paese e per questo che non si può aspettare, né la politica, né la magistratura per i tempi e le rigidità che attengono alla loro funzione.
Superate le decisioni unilaterali sono state trovate le soluzioni condivise per fare funzionare le scuole. Il confronto negoziale, quando funziona bene (riconoscimento reciproco) produce risultati e riforme positive per il sistema
La funzione docente, per sua natura contrattuale prevede un’obbligazione di fare e non un’obbligazione di risultato. Una differenza concettuale non da poco che induce conseguenze: l’incarico è per sua natura fiduciario ed è legato al risultato, come nel caso della dirigenza. Si tratta di un istituto incompatibile per i docenti. Ciò fa venire meno l’elemento giuridico e di conseguenza quello ideologico: proprio quello della scelta diretta del dirigente.
La legge 107 ha errori da correggere che solo la contrattazione, strumento flessibile, ha dimostrato di trovare.
L’accordo mette in relazione positiva le esigenze delle scuole (quella definita nel piano triennale del PTOF) e la domanda dei docenti titolari di ambito che si potranno spostare sulle singole scuole sulla base di criteri oggettivi e trasparenti che il contratto integrativo si fa carico di definire.
Ogni valutazione sarà espressa sull’intero articolato, sapendo che il ‘diavolo si nasconde nei dettagli’ e che la contrattazione può rispondere alla domanda di qualità, tutela e garanzia del personale, piegare la rigidità della norma alle situazioni concrete. Il resto è affidato all’autonomia delle scuole e al loro funzionamento.
E’ nelle scuole, dagli organi collegiali, dalle RSU, che deve continuare l’azione professionale e sindacale che parte dai contratti nazionali per approdare a moderne relazioni sindacali.
Dopo la pubblicazione dei movimenti provinciali i posti disponibili a livello nazionale sono:
Primaria: 18.773
Secondaria I grado: 14.216
Secondaria II grado: 29.423 (posti comuni) – 3961 (sostegno)